Prova Pratica per Dante, Sfidante: Generale Maggiore Alexander Yamamura || Esito: PASSATO

Era una mattina splendente quel giorno e Dante si svegliò alle prime luci dell'alba come aveva in programma. Il giorno prima aveva passato tutto il tempo ad allenarsi con la sua kusarigama personale donatagli da suo fratello per il suo decimo compleanno e a disegnare i cerchi alchemici che gli sarebbero potuti servire durante l'esame. Appena finito di bere il caffè e dare un ultimo morso alla brioche, Dante si alzò dal tavolo e uscì dalla mensa per andare a fare una passeggiata nell'immenso cortile dell'Accademia per fumarsi una sigaretta e meditare su ciò che sarebbe potuto accadere nelle prossime ore. Dopo aver spento la cicca decise che si sarebbe avviato verso la palestra che si trovava nel primo piano del seminterrato per fare un po' di riscaldamento e ripassarsi alcune formule. Giunto ad una porta dalle massiccie dimensioni, Dante le spalancò e si addentrò nella sala. All' entrata dell'enorme palestra si notava subito la divisione dello scenario.
Sulla parte sinistra vi era l'area del poligono di tiro, vicino all'ingresso c'erano i vari scaffali con le munizioni di ogni calibro e i vari occhiali prottettivi, qualche metro più avanti si trovavano le varie rastrelliere con le armi in dotazione all'esercito più svariate. In fondo alla sala c'erano i vari bersagli adibiti per allenarsi dalle varie distanze.
Mentre la parte destra era dedicata all'allenamento corpo a corpo, l'ambiente era un po' spartano, ma c'era tutto l'occorrente per allenarsi. All'estremità della palestra vicino ai bersagli del poligono si trovavano dei grandi cerchi di legno usati come obbiettivi per svariate armi da lancio, affianco della parete vi erano delle grate su cui erano appoggiate migliaia di armi bianche che provenivano da molte culture e si notavano i vari manichini su cui allenarsi ed anche un ring dove praticare la lotta libera. Inoltre vi erano sparsi ovunque dei braceri in bronzo per illuminare la stanza dando uno scenario leggermente tribale e sulla facciata destra del muro vi era scolpito nel marmo una magnifica ed enorme raffigurazione del simbolo degli Alchimisti di Stato.


Per quella giornata le varie attrezzature della palestra erano state leggermente spostate per dar spazio allo scontro che si sarebbe tenuto al centro di essa. Mancava un quarto d'ora prima dell'inizio dell'esame e Dante controllò di essere pronto, nelle tasche della camicia priva di maniche aveva preparato vari cerchi alchemici su dei fogli qual'ora gli sarebbero serviti durante la prova, la sua fedele kusarigama era appesa su si due ganci situati in una cintura, e nell'altra vi era cucita una piccola sacca con i gessetti e i fogli bianchi. Dante aspettò in silenzio al centro della sala, seduto a gambe incrociate, raccogliendo la concentrazione fino a che il suo avversario non fosse giunto.

Edited by RiddiK_X - 17/6/2012, 16:46

Erano circa le dieci del mattino quando il General Maggiore Yamamura, chiuso nel suo studio, smise di cercare di mettersi in contatto con la figlia Miriam, soldato semplice in missione a West City. Forse stava ancora attraversando le fognature del Paese, per cercare di raggiungere il Laboratorio di criogenia esploso misteriosamente.
Si levò il camicie bianco, lo appoggiò all'attaccapanni, si sistemò gli occhiali e iniziò a scendere le scale per dirigersi nei sotterranei. Al primo piano sottoterra c'era la palestra, dove una recluta lo aspettava per un nuovo esame pratico. Altra carne fresca da mandare al patibolo. Il Generale non era affatto d'accordo di reclutare soldati troppo giovani, ma se superavano gli esami non si poteva impedir loro di arruolarsi tra le file dei cani dell'Esercito.
Aveva sentito parlare molto di quell'esaminando: era uscito dallo scritto con un voto altissimo e la dottoressa Rider, dopo il suo Esame Orale, diceva che era molto determinato e acculturato. Chissà quanto era abile a combattere e che Sezione dell'Esercito avrebbe poi scelto.
Quando entrò nella Palestra, il Generale si ritrovò di fronte un giovane ragazzo moro seduto al centro della stanza, come in meditazione. In genere al suo arrivo trovava reclute intente ad allenarsi, invece quel Dante Veil era immobile a gambe incrociate e fissava chissà cosa, forse un braciere in bronzo, spento.
-Dante Veil?- chiese dopo essersi schiarito la gola, lasciando rimbombare la sua voce nell'immensa sala -Hai pronti i tuoi cerchi alchemici e la tua arma?

Quando Dante sentì pronunciare il suo nome, volse lo sguardo verso il suo esaminatore per inquadrarlo: era un uomo di giovane età, portava degli occhiali ed aveva dei lunghi capelli che tendvano sul biondo platino, accanto alla gamba si notava penzolare una spada antica raffinamente lavorata. Sembrava una persona piuttosto forte, soprattutto quando ebbe notato i cerchi alchemici dell'esplosione su entrambi i palmi, ma era deciso a non arrendersi. Con un movimento circolare della gamba si alzò di scatto e lo inchiodò con uno sguardo. - Si sono proprio io.- rispose Dante, - Ho tutto pronto, non si preoccupi.- il suo sguardo era infuocato più che mai e con una mano che stringeva saldamente l'impugnatura della kusarigama, che era attaccata alla cinta. L'aria attorno alla palestra si stava scaldando per il prossimo combattimento che sarebbe avvenuto tra un grande Gieneral Maggiore e una semplice recluta. -Con chi ho il piacere di combattere?- disse con tono educato al proprio avversario. L'aria attorno alla palestra si stava scaldando per il prossimo combattimento che sarebbe avvenuto tra un grande Generale Maggiore e una semplice recluta.

Edited by RiddiK_X - 18/6/2012, 16:02

Il ragazzo si alzò in piedi con sguardo determinato e coraggioso e chiese all'avversario di presentarsi. Strano, in genere la segretaria comunicava a tutte le reclute contro chi si sarebbero battute al momento in cui si iscrivevano all'ultimo "famigerato" esame.
-Sono il Generale Maggiore Yamamura. Vedo che sei già ben armato. Hai già con te tutto l'occorrente anche per le trasmutazioni? Perché se è così possiamo iniziare.
Dal fianco sinistro dell'uomo, alto e molto magro, pendeva un fodero di cuoio nero, da cui usciva un impugnatura finemente decorata.
L'uomo sfoderò la spada, dichiarando così la sua arma per quel combattimento.
-Non userò vili trucchetti, sta' tranquillo. Le regole sono semplici: no morte, no ferite mortali. Sorprendimi.- gli disse, rivelando in fine un sorrisetto di sfida.



Edited by Mizu.Elric ~ - 18/6/2012, 19:35

POST N°1

E ti pareva, un pezzo grosso, fantastico.. pensò Dante in tono sarcastico. La tensione era alta e i due avversari erano concentrati e nel volto del Generale si notava il cambiamento dell'espressione nel suo viso molto più seria del simpatico uomo di prima. - Era ora.- esclamò Dante con un sorrisetto.
Senza farselo ripetere un'altra volta sfilò la sua kusarigama dalla cintura e afferrò una delle due faci. Così facendo avvolse un pezzo della catena al suo braccio per avere un presa salda ed iniziò a far roteare l'altra estremità ad alta velicità. Con uno scatto fulmineo si lanciò verso l'avversario continuando a far roteare la lama e poi la scagliò con forza contro Yamamura.





Edited by Mizu.Elric ~ - 19/6/2012, 13:11

Post n.1

Senza farselo ripetere, il ragazzo iniziò a correre con la sua kusarigama verso l'avversario, facendola roteare in aria ad alta velocità. Sorprendente, per essere così giovane.
L'uomo sorrise da gran bastardo e rapidissimo si inginocchiò, posando i palmi delle mani sul pavimento e facendo esplodere le piastrelle davanti a lui, così che l'impatto allontanasse l'avversario di qualche metro. Non era stata un'esplosione troppo forte, non voleva ferire esageratamente il ragazzo, ma sollevò un gran polverone, di cui però non si approfittò. Voleva lasciar riprendere l'esaminato.

Cosa credeva di fare con una kusarigama avvicinandosi così tanto? Un'arma del genere non gli sarebbe servita per uno scontro ravvicinato, o almeno così la pensava lui.
Si rialzò battendo le mani come per spolverarsele. Il suo giovane avversario doveva imparare che non sempre poteva avvicinarsi tanto ad un avversario, specialmente se più forte e veloce di lui.
Il Generale Maggiore si sfilò gli occhiali e li ripulì dalla polvere usando il maglione, poi se li rimise con tranquillità.

POST N° 2


Con quella mossa, Dante fu sbalzato in aria per qualche metro e frammenti di ceramica gli graffiarono il viso e il resto del corpo. Ci fu un gran polverone, ma il ragazzo si riprese subito atterrando a carponi, di scatto entrò nella nube dove vi era anche il suo esaminatore e silenziosamente afferrò l'antica spada che il Generale aveva lasciato cadere quando aveva affettuato la tecnica dell'esplosione, senza che se ne accorgesse. Ad un certo punto Dante tra le polveri intravide degli occhi lucenti che brillavano e a quel punto senza sapere il perchè sentì un brivido corrergli sulla schiena come se ci fosse un senso di pericolo.
Allora il ragazzo decise di andare a nascondersi in una delle tante colonne dorate intarsiate raffinatamente che si estendevano fino all'immenso soffitto e di tirar fuori un foglietto dalla tasca desra della sua camicia.
Successivamente dopo aver appoggiando le mani sopra di esso ci fu un lampo di luce e le polveri si trasformarono in quattro coni molto appuntiti che andarono a scagliarsi contro Yamamura. Calò il silenzio nella sala che fu spezzato solo dal fischio delle sceggie affilate in volo e il giovane attese la prossima mossa dell'avversario, in silenzio, tenendo saldamente la spada con una mano e agganciando la kusarigama alla cintura con l'altra.






Edited by RiddiK_X - 19/6/2012, 21:43

Post n.2

All'improvviso, tra la fitta polvere, il Generale notò dei movimenti. Si piegò per riprendere la sua spada, ma quando ne sfiorò l'impugnatura la sentì sfuggire via. Il ragazzo gliel'aveva appena presa. Era stato davvero coraggioso e scaltro, e soprattutto svelto a scappare.
Poco dopo, dei fischi smorzarono il silenzio. Il Generale non era un esperto sul campo di battaglia, ma di certo aveva dei sensi acutissimi e nel duello era imbattibile.
Fu rapidissimo: si buttò con tutto il suo peso a destra, scivolando sulle piastrelle ancora intatte e sporcandosi di nuovo gli occhiali.
Schivò i coni appuntiti di ceramica, che il ragazzo aveva creato sicuramente dalla polvere sottile formatasi con l'esplosione delle piastrelle.
Quando finalmente la polvere si diradò del tutto, il Generale mise gli occhiali nella tasca interna del camicie e si alzò, concentratissimo sui movimenti e i suoni attorno a sé.
Il suo avversario era di certo appostato dietro ad una colonna, l'unico nascondiglio possibile, ma quale delle tante? E soprattutto, come poteva coglierlo di sorpresa.
L'uomo iniziò a camminare lentamente, girando attorno alle colonne e tenendosi lontane da esse circa cinque-sei metri.
Era abbastanza irritato dal fatto che Dante gli avesse preso la sua preziosissima spada di famiglia, di cui era molto geloso, e se la voleva riprendere.
Infilò rapidamente i guanti Thunder, tirò fuori dal taschino un cerchio alchemico e lo appoggiò sulle intarsiature dorate di una colonna.

Ne ricavò un piccolo coletello da lancio in ottone. Gli bastava che fosse fatta di materiale che conduceva l'elettricità...
Attivando i cerchi alchemici dei guanti Thunder, lasciò che la sua arma iniziasse a prendere carica elettrica ed aspettò i movimenti dell'avversario, senza smettere di muoversi lui stesso.

POST N°3

Nella sala si udivano soltanto i passi del Generale Maggiore, Dante sapeva che prima o poi lo avrebbe stanato ed era molto preoccupato per ciò. Non sapeva cosa fare, ma doveva decidersi in fretta, il nemico era vicino, lo sentiva. Ad un tratto vide un lampo alchemico e incuriosito il ragazzo prese una falce della sua kusarigama e con la lama riflettente cercò di specchiare cosa stava succedendo dietro di lui. L'immagine riflessa era sfuocata, ma Dante riuscì a distinguere delle piccole scintille da qualcosa che Yamamura reggieva nella mano o comunque con il braccio e si ricordò di qualcosa che suo fratello gli insegnava quando era piccolo. Allen, quando di solito istruiva il piccolo fratellino, gli raccontava dellle tecniche più potenti delle varie casate importanti, come ad esempio quella della famiglia Armstrong, Yamamura e tante altre, ma alla giovane recluta tornò in mente un discorso che fecero lui e il suo fratellone..
-Allen..ho paura non mi piace il temporale-
-Tranquillo, non aver timore, pensa che esiste una famiglia che usa i fulmini nei cerchi alchemici: quello della Luce della famiglia Yamamura-
-Davvero? Allora sono degli Dei dei tuoni, figo! Come i supereroi!- esclamò il piccolo Dante.
-Già- sorrise Allen.
Accidenti, questa non ci voleva e ora come faccio? pensò il ragazzo guerdandosi per terra..Ma certo! prese un gessetto e disegnò un'altro cerchio alchemico base sul pavimento e appoggiò le sue armi su di esso. Dopo aver fatto la trasmutazione, sulle impugnature delle falci e su quella della spada, apparve uno strato di ceramica. Le raccolse, agganciando di nuovo la kusarigama e tenendo la spada antica con due mani, Dante si scagliò contro l'avversario cercando di essere il più rapido possibile, puntando a disarmare l'esaminatore da quella sua arma così pericolosa.





Edited by RiddiK_X - 20/6/2012, 13:00

Post n.3

All'improvviso il ragazzo si mise a correre verso il Generale, brandendo la sua spada con due mani. L'impugnatura era stata rivestita di ceramica per non passare elettricità, ottima cosa, ma Yamamura non aveva intenzione di colpire la sua stessa arma.
Lanciò il pugnale mirando circa alla spalla dell'avversario, in modo da sfiorarla appena, non voleva ferirlo gravemente, al massimo...bruciacchiarlo un po'?
Era curioso di sapere se il ragazzo aveva i riflessi abbastanza pronti da schivare il suo rapido attacco.

POST N°4


Gli occhi di Dante incrociarono un oggetto dorato scintillante che stava arrivando nella sua direzione, e decise di parare il pugnale con la spada che reggeva saldamente. La cosa fallì, perchè invece di aver bloccato il lancio lo aveva soltanto leggermente deviato, allora il coltello in ottone andò a ferire la sua spalla sinistra. Purtroppo a differenza di una comune arma bianca, quella scagliata dal Generale era stata elettrificata in modo da ustionare anche a volte in modo pesante l'avversario colpito. Per fortuna, avendo ferito solo in modo superficiale l'esaminando, la ustione si era fermata al primo grado, dando soltanto un forte senso di bruciore e un arrossamento sul taglio. Tutto questo però bastò a far mollare la presa sulla spada, lasciandola cadere con un grande tonfo. Vedendosi disarmato, Dante fece un salto in dietro, afferrò la sua kusarigama e si mise in guardia attendendo la prossima mossa dell'avversario.

Post n.4

Sarebbe stata una mossa azzardata buttarsi sulla spada, così il Generale la lasciò perdere per un attimo e pensò ad attaccare l'avversario, ferito ad una spalla dal colpo di striscio suo pugnale carico.
Si levò i guanti Thunder e prese rapido dalla tasca un foglio con un cerchio alchemico, lo posò a terra e creò uno spuntone, su cui iniziò a correre per attaccare l'avversario dall'alto.
Quando saltò contro il ragazzo, circa a due metri sopra di lui, stese il braccio, pronto a prendergli la testa nella mano. Sul palmo si distingueva uno dei tatuaggi per la Tecnica dell'Esplosione.
Voleva dargli l'idea di fargli saltare la testa, per farlo reagire rapidamente, ma in realtà non avrebbe azionato la tecnica.




Edited by Mizu.Elric ~ - 21/6/2012, 02:03

POST N°5

L'avversario stava scendendo in picchiata verso la recluta che pensò Ma è pazzo?? Questo mi vuole far fuori! devo assolutamente scansarmi! . Mentre il Generale scendeva con la mano aperta a circa un metro dalla sua testa, Dante con un agile scatto si spostò verso sinistra e con il braccio ferito tentò di lanciare la catena sulla gamba dell'esaminatore, che andò ad attorcigliarsi su di essa.
Imprecando, per quello sforzo la ferita si aprì maggiormente e iniziò a sanguinare ancora di più ricoprendo la maggior parte del braccio di rosso, ma senza esitare con il braccio destro ancora buono, Dante tirò con tutte le sue forze per scagliare l'avversario violentemente verso il pavimento. La fatica si faceva sentire, il braccio gli bruciava da morire dopo il lancio e il ragazzo attese ansimando il risulatato della sua mossa.

Post. n.5

Yamamura fu molto colpito dai riflessi del giovane, non perché schivò il colpo velocemente, ma perché con tutta la forza che aveva gli attorcigliò la catena della kusarigama alla gamba destra e lo tirò con forza, aggravando la sua ferita alla spalla.
Sorpreso, Yamamura colpì di schiena il terreno, ritrovandosi per qualche istante orribile senza respiro.
Rialzò il busto ansimando, portando le mani alla catena dell'arma avvolta attorno al suo polpaccio e facendola esplodere rapidamente. La reazione era moderata, doveva solo liberarsi da quel blocco, però inevitabilmente si ustionò il polpaccio e i pantaloni di velluto bruciarono.
Imprecò tra sè e sè. Rotolò e strisciò a terra allontanandosi di due metri dall'avversario stanco e recuperò la sua spada.