Prova pratica per Miriam, Sfidante: Generale Fedric Lion || Esito: PASSATO

Miriam riuscì ad inserire il proprio esame pratico, l'ultimo, il più importante e il più difficile, nella giornata seguente a quello orale.
Alle quattro del pomeriggio si recò nei sotterranei dell'Accademia, che aveva già visitato, e raggiunse l'immensa palestra.
Il locale, privo di finestre siccome era sotto terra ma dotato di impianto di riscaldamento e condizionatore, presentava svariati attrezzi: corde per arrampicarsi, pesi, attrezzi per la muscolatura, tappeti, aste, pesi per il lancio, svariate armi, perfino un angolo attrezzato a poligono.
La prova pratica si sarebbe svolta lì, dove ancora non c'era nessuno. Alla giovane aspirante Alchimista di Stato non era dato sapere chi l'avrebbe valutata, sapeva solo che doveva combattere al meglio. Si era allenata duramente in quella settimana ogni volta che poteva, specialmente il giorno prima.
Aveva i capelli raccolti in una spessa treccia con cui poi aveva formato uno chignon in testa, così che nessuno potesse tirarle i capelli, e indossava una semplice canottiera bianca un po' troppo scollata, i pantaloni blu e gli anfibi neri dati in dotazione a tuti i militari e sopra, lasciata aperta, la giacca blu della divisa, ancora priva di stelle naturalmente. Alle cosce portava le fondine con i due pugnali sai, nascosti dalla giacca lunga fino alle ginocchia, e naturalmente nelle tasche aveva con sé gessi, tempere e fogli con cerchi alchemici sopra, non voleva mostrare che era capace di usare l'Alchimia con le sole mani avendo visto la verità. Le sue mani, per non far notare l'automail, avevano addosso i soliti guanti bianchi. Ma tanto già sapeva che presto l'automail sarebbe stato smascherato.

All'improvviso, alle spalle di Miriam entrò un uomo dai capelli rossi e più lunghi dei suoi, raccolti in una treccia che arrivava alle ginocchia. Aveva uno sguardo ed un sorriso simpatico, nonostante la benda all'occhio destro. Portava un cerotto al naso e una sigaretta spenta tra le labbra, sicuramente lì on poteva fumare.
Non indossava la divisa blu, ma dei vestiti color verde e una sciarpa rossa.
Si presentò come il Generale Fredrik Lion e appena iniziò a parlare, Miriam si mise sull'attenti, facendo il rispettoso saluto militare e vergognandosi di non aver chiuso la giacca.
L'uomo veniva da Dublith, quindi magari il cognome di Miriam gli diceva ben poco di lei. Era un po' arrogantello, diceva che doveva sentirsi onorata di essere il suo primo incarico a North City, e che siccome con lui non sarebbe resistita le aveva portato "qualcosa di alternativo". Miriam si sforzò di sorridere e si mantenne composta, ma quando vide entrare quella gabbia coperta da un lenzuolo e spinta dai soldati, sbiancò. Grazie all'olfatto potenziato dovuto alla sua fusione con una pantera, avvertì il fetore di un animale strano.
-Non sei costretta a tenere questa prova, se hai paura a non ti senti pronta, sei liberissima d'andare- la sfidò l'uomo, ghignando malefico e scoprendo la gabbia.
Non appena Miriam vide quella chimera feroce e imbufalita, sbiancò e sgranò gli occhi. Si irrigidì, era impreparata a combattere contro un essere che avrebbe potuto ammazzarla. Nessuno le aveva detto che avrebbe dovuto combattere con una chimera!
Di certo quella creature l'aveva trasmutata suo padre, era "l'esperto in materia" dell'esercito.
Miriam si mantenne dritta con la schiena e cercò di ricomporsi, poi guardò in modo deciso il generale, rispondendo:-Liberi l'animale, un essere privo di coscenza non mi spaventa.
L'unica belva incontrollabile che davvero terrorizzava Miriam era la sua metà da pantera giaguaro.

Post 1
Non doveva assolutamente mostrare la sua paura, conosceva bene le chimere di suo padre, avvertivano il nervosismo delle vittime ed attaccavano con più ferocia che mai.
Il generale si accese una sigaretta, ricordando a Miriam con l'odore del fumo il suo papà. Le mancava molto quell'uomo.
Lion le tirò un telecomandino con un pulsante rosso che avrebbe azionato la gabbia e le assicurò che avrebbe fermato la bestia nel caso in cui avesse tentato di nuocere alla sua vita.
Con una trasmutazione del pavimento, l'uomo dai capelli rossi si mise al sicuro su un rialzo e rimase ad osservare la scena, come Cesare davanti ad un duello tra un gladiatore e una belva.
Miriam tirò fuori della tempera bianca, si sporcò i polpastrelli della mani destra e infine azionò il pulsante.
La gabbia si aprì, lasciando libera la chimera mostruosamente letale.
Con le mani che un po' le tremavano, Miriam, tenendosi alla distanza di 15 metri dalla bestia che le stava caricando contro, disegnò in fretta un cerchio alchemico a terra con i polpastrelli ed estrasse dal terreno una spada parecchio maneggevole, con la lama affilata in acciaio da 60 cm.



-Fatti sotto. Non sei di certo bella quanto me.- le disse con un sorriso di sfida, come se l'animale potesse capirla. Per "Bella" intendeva "Ben riuscita", ma il generale non avrebbe dovuto capire l'allusione.
Si mise in posizione d'attaccò, pronta a bloccare l'animale che nonostante fosse grosso pareva veloce e forte.




Edited by Mizu.Elric ~ - 15/5/2012, 14:53

Post 2
Non appena la chimera fu a meno di tre metri da Miriam, la ragazzina agilmente saltò più in alto che poteva, tirando su bene le gambe e andando a ricadere sulla parte finale della schiena del bufalo, dovette abbrapparsi con la mano libera al folto pelo mentre la chimera correva ancora per inerzia.
Dopo qualche secondo di incertezza e sballottamento, Miriam riuscì a mettersi a cavalcioni sulla bestia, naturalmente imbizzarrita.
Afferrò il corso sinistro con la mano in automail e conficcò la spada nel costato dell'animale, tra una costola e l'altra, siccome le ossa erano tanto resistenti. Poi si lasciò cadere a terra e rotolò per qualche metro dall'animale. I vestiti per ora l'avevano coperta da escoriazioni, ma aveva comunque preso un colpo alle ossa del braccio sano, su cui era atterrata prima di rotolare.
Si rialzò più in fretta che poteva, la spada ormai a metri da lei, pronta a sferrare un attacco il prima possibile.
Mise a terra un foglio con il cerchio alchemico del fuoco e dopo averlo attaccato, con la mano libera schioccò le dita, provocando una fiammata di tre metri indirazzata alla chimera che ancora le correva contro.
Il pelo prese fuoco, ma Miriam non poteva sapere quanto avrebbe ferito o spaventato in questo modo l'animale.




Edited by Mizu.Elric ~ - 15/5/2012, 15:12

Post 3
La chimera di lasciò prendere fuoco come nulla fosse, diventando ancora più pericolosa. Sicuramente spaventata dalle fiamme, fece un enorme balzo verso la ragazzina, che si trovò in seria difficoltà sul da farsi.
Dovette buttarsi a sinistra in malo modo per schivare l'attacco, ma naturalmente la bestia fu più veloce e la colpì con le poderose zampe da leone dotate di artigli all'addome, stracciandole la maglietta e ferendola in profondità nella carne.
La ragazza urlò dal doloree fu spinta dall'attacco all'indietro, strisciò a terra di schiena logorando un po' al giacca e tenendosi le braccia sulla pancia ferita.
Non avrebbe mai potuto abbattare quell'animale, era troppo veloce e troppo forte per lei. Nemmeno i pugnali sai potevano servirle a qualcosa e il tempo per pensare era poco.
C'era un unico modo per "combattere il fuoco"...ed era "con il fuoco".
Ma Miriam non voleva assolutamente ricorrere al suo aspetto incontrollabile, feroce e selvaggio, nonostante di certo avrebbe avuto la meglio.




Edited by Mizu.Elric ~ - 15/5/2012, 14:50

Post 4
Dopo essersi rotolato a terra muggendo come un toro inferocito, il bestione si rimise in piedi e iniziò a camminare lentamente in cerchio attorno alla ragazza, che si trovava in seria difficoltà.
Con la testa che le girava per la perdita eccessiva di sangue, afferrò un pugnale sai e si rimise in piedi, barcollando. Guardò fisso negli occhi l'animale, che di certo aspettava che crollasse a terra priva di sensi.
Non aveva il tempo di mettersi a fare trasmutazioni, né voleva mostrare al generale che lei aveva infranto il maggior tabù dell'Alchimia.
Le rimaneva solo un'unica cosa da fare, sperando poi che il generale fosse comprensivo e tenesse il segreto per sé. Magari una "bustarella" bastava a farlo tacere.
La ragazza abbassò lo sguardo e fissò in modo vacuo la punta dei suoi piedi, in modo che nessuno potesse vedere i suoi occhi cambiare, prendere un colore giallognolo, mentre la pupilla di assottigliava in una fessura verticale.
Le orecchie iniziarono lentamente a prendere una forma a punta, mentre lei fingeva di crollare a terra, priva di sensi, in attesa che l'animale balzandole addosso si scoprisse il ventre o un fianco, magari quello già ferito.

Post 5
Miriam non si aspettava che la bestia fosse così intelligente da capire che non era svenuta. L'animale si avvicinò sempre di più e fu dura per la ragazzina rimanere immobile e tranquilla per non istigarla ad attaccare. Una volta che il bufalo-leone fu a meno di un metro da lei, Miriam completò la trasformazione: la coda nera e flessuosa era già che si dimenava dietro di lei, le orecchie avevano preso la forma tipica di quelle feline, gli occhi completamente gialli e dalla pupilla verticale e sottile fissavano la bestia, mentre la lingua passava sulle labbra della giovane.
I suoi capelli dorati erano diventati neri come la pece e le sue mani, oltre che i piedi dentro gli stivali, avevano preso la forma di scattanti e agili zampe felpate nere, dotate di artigli.



L'animale era troppo vicino per fare qualsiasi cosa, stava caricando con la testa bassa, le possenti corna appuntite indirizzate verso l'addome ferito della ragazza.
Miriam indietreggiò rapidamente e gemendo forte dal dolore, balzò il più in alto possibile verso il muro alla sua sinistra, tenendosi attaccata al cemento armato grazie agli artigli ancora più lunghi, indistruttibili ed affilati.



Non si sarebbe retta per molto, era ansante ed affaticata, doveva muoversi. Iniziò ad arrampicarsi velocemente su per la parete, fino a raggiungere il soffitto e stare a testa in giù, per poi indirizzare il proprio corpo verso il bufalo sotto di lei e slanciarglisi addosso, con l'intento di attaccarlo alla gola e squarciargliela con le zanne. Ringhiò con forza, tanto da far sembrare che nella stanza ci fosse davvero un giaguaro parecchio arrabbiato.
Perdeva molto sangue dalla pancia, tanto che svariate gocce caddero sull'animale e sul pavimento.




Edited by Mizu.Elric ~ - 15/5/2012, 21:05