La città era immensa e triste, come gli sguardi vuoti degli umani. Era notte fonda e ormai, tutti i cittadini erano caduti in un sonno profondo. Non riusciva a capire dove si trovasse e perché... I suoi ricordi erano chiusi, nascosti dalla propria paura, dall'agitazione che l'assaliva mentre si guardava intorno. Si sentiva diversa, bizzarra, eppure ricordava di esser sempre stata così. Aveva scoperto, quella sera, di non essere uguale agli altri. Lei
non era umana anche se in quell'istante aveva la loro stessa apparenza, non lo era... E la bestia che aveva divorato quell'uomo due giorni prima ne era la prova perfetta. La sua era una nuova vita.
La giovane chimera camminava per le strade di North City, cercando di seminare il panico che la stringeva tra le fauci. Le sue mani, il suo viso erano coperti di sangue e per quanto potesse strofinarsi e cercare di sbarazzarsene, quell'odore rimaneva... Quell'odore ripugnante ed invitante allo stesso tempo. La distanza percorsa le sembrava impressionante, perduta e stanca, stava cercando un posto sicuro dove riposarsi in tranquillità. Dopo una lunga ricerca, Astrid si abbandonò in fondo ad un vicolo, sdraiata su una coperta, probabilmente lasciata là da un senza tetto.
"Hey? Tutto apposto? Non hai freddo?
Stai tranquilla, ti puoi fidare, non voglio farti del male!"La ragazza alzò lo sguardo, osservando il volto di un ragazzino. Stringeva dei vestiti tra le mani ed evitava di guardarla, imbarazzato. Le stava spiegando che aveva cercato aiuto da un amico e che questo sarebbe arrivato da un momento all'altro. Venne quindi convinta a vestirsi, non avendo alcun capo addosso ed aspettarono il tanto atteso "amico". Astrid si chiuse in un silenzio impressionante, ascoltando la voce del giovane continuare a parlare, come per rassicurarla. All'arrivo dell'altro, questa venne quasi costretta a seguirli: la trascinarono da loro. Una volta arrivati, dovettero costringerla a lavarsi e le offrirono un buon pasto per rimetterle le idee apposto.
"Allora, si avvicinò il primo, come ti chiami?
-Non lo so.
-Cosa? Come fai a non conoscere il tuo nome? Io sono Ryan e questo è Jhonn. Non preoccuparti, può sembrare aggressivo, ma è docile come un orsetto!
-Ma che diavolo dici, Ryan?!
-Eheheh, ti troverai bene qua, insomma...Se ti va di restare, sei la benvenuta!
-Ci devo pensar sù.
-OTTIMO! Benvenuta a casa Yefimovich, me e mio fratello siamo lieti di accoglierti nella nostra dimora. Vuoi vedere la tua stanza? Cominci a lavorare domani!"Da allora, quella divenne la sua "famiglia". Jhonn e Ryan erano in realtà due orfani, vivevano nella casa di un mercante che, tempo fa, li prese sotto la propria protezione e insegnò loro il mestiere. Da quanto le spiegarono, l'anziano morì tre anni dopo, lasciando loro tutti i suoi beni.
Con il tempo, impararono a conoscere la ragazza a cui avevano dato il nome di "Ninel". Tuttavia, quando appresero la sua vera natura, il shock lasciato ai due fu incredibile. Avevano accolto un mostro in casa loro ed agitati, non sapevano se cacciarla o continuare a trattarla come l'avevano sempre fatto. Ninel cominciò ad essere ignorata ed evitata dai due che sembravano mostrare un disgusto incredibile verso la chimera. Ciò la rendeva sempre più triste e, suo malgrado, continuava a comportarsi come sempre, sapendo che un giorno o l'altro, l'avrebbero cacciata definitivamente.
Stavano cercando il coraggio di farlo...
Avvenne tre mesi dopo. La giovane, in lacrime riuscì a dire addio ai suoi amici e se ne andò senza dar alcun problema, abbandonando l'idea di rivederli. Da quel giorno, tornò ad avventurarsi nelle fogne e dopo aver incontrato un gruppo di chimere, decise di unirsi a loro e di lasciarsi convincere da tutti gli orrori che le consigliavano di eseguire. In poco tempo, il suo carattere divenne molto più duro e crudele, non dandosi alcun scrupolo ad attaccare chi aveva il coraggio di drizzarsi di fronte a loro.
"Hey, Ninel...
- Sì?
- Guarda che belle nuvole. Non ti sembrano stupende?
- Le nuvole? Sono orribili. Guardare il cielo? Stai sprecando il tuo tempo, Mike. Muoviti, altrimenti perderemo di vista gli altri...."