Niente di così orribile, dopo tutto

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Brunhilde
view post Posted on 21/1/2013, 16:42




Il vecchio mi portò da mangiare, come al solito. Quell'insolita gentilezza da parte sua avrebbe potuto inquietare chiunque, ma non me. Non mi importava, dopo tutto; nulla mi importava. A volte mi chiedevo perché lo facesse, perché accogliesse una fuorilegge del mio calibro in casa sua, ma mi ripetevo, come facevo con tutte le altre mie domande, che non mi andava di saperlo.
Presi svogliatamente le posate ed iniziai a mangiare; al terzo boccone la testa mi girava, ma non ci feci caso e continuai, fino a quando la vista non mi sì sfocò: il mio corpo perse totalmente la sensibilità, e mi sentii trascinare fino al piano inferiore. Non reagì, non dissi nulla, anche se avrei potuto: non mi era mai importato della mia incolumità, solo quando uccidevo qualcuno o rapinavo succedeva, visto che la crudeltà era l'unico sentimento che mi mantenesse lucida e totalmente presente: il mio unico interesse, o hobby se vogliamo, era fare danni, uccidere, danneggiare la società. Non sapevo il perché di questa cosa, non perché non ce ne fossero i motivi, ma perché, siccome ero come ero, non mi importava affatto. Le ricerche interiori erano roba da cristiani e santoni, e io preferivo non essere accostata a quelle tipologie di persone.
Arrivai su un tavolo, uno operatorio con tutta probabilità, e l'artefice di tutto, il vecchio, iniziò a spogliarmi; quindi preparò degli strumenti chirurgici, e da un piccolo cofanetto di acciaio prese una boccetta con un liquido rosso all'interno; osservai la boccetta per un po', ed una vocina nella mia testa mi disse che dovevo chiedergli che cos'era, ma non le diedi ascolto, come al solito.
Il vecchio prese una siringa e aspirò tutto il contenuto della boccetta con fare certosino;
-Vedrai che bellissimo regalo ti farò- disse lui, con un ghigno soddisfatto sul volto, mentre avvicinava l'ago al mio braccio; mi iniettò la sostanza e, nonostante all'inizio mi trattenessi, il dolore si fece progressivamente più forte ed urlai con quanto fiato avevo in gola; sentivo come se un fuoco mi scorresse nella vene.
Come era arrivato, il dolore scemò, e fu sostituito da un piacevole senso di potere; osservai il mio corpo, e notai che sul dorso della mia mano destra c'era qualcosa di strano: era apena comparso uno strano tatuaggio, che raffigurava un serpente alato intento a mordersi la coda. Dal centro del tatuaggio fuoriuscì qualcosa, un osso della mano, che il vecchio prese; sentivo una strana sensazione accanto a quell'oggetto, come se simboleggiasse la mia umanità perduta. Il vecchio mise l'osso nel cofanetto di acciaio e lo saldò con la fiamma ossidrica, cosìcché una persona normale non potesse aprirlo.
Ma poi a me cosa fregava di uno stupido osso... probabilmente non mi serviva neanche. Distolsi lo sguardo, e pensai che sarebbe stato meglio riposare, invece che pensare a quello che era successo; come le altre cose, anche ciò che mi era accaduto aveva perso il già basso interesse che avevo dimostrato, così chiusi gli occhi e mi addormentai.
 
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Brunhilde
view post Posted on 22/1/2013, 23:06




Aprii gli occhi lentamente, e mi accorsi che il vecchio era ancora lì, che mi fissava. Avevo riacquistato la sensibilità e potevo nuovamente muovermi, ma non è che ne avessi poi così bisogno. Poi ricordai che me ne dovevo andare per forza, oppure non avrei mai saputo esattamente cosa mi era successo, così mii misi a sedere.
-Ora sei un Homunculus, un'essere immortale- disse il vecchio, sorridendo.
Anche io sorrisi: ora che mi aveva rivelato la cosa più importante, non mi serviva più; avevo proprio bisogno di sfogarmi, e mentre la mia vena crudele si faceva sentire, sentii di nuovo il potere scorrere in me.
Mi alzai e mi avvicinai al camino in fondo alla stanza; il vecchio non sembrò badarci, si mise invece a risistemare i suoi strumenti con cura.
Presi l'attizzatoio accanto al camino, e me lo rigirai tra le mani; sorrisi, scoprendo i denti come se fossero canini, poi mi avvicinai al vecchio, e brandii l'attizzatoio contro di lui; quando si girò, vidi nei suoi occhi la paura, e questo non fece che allargare il mio sorriso; abbattei l'arma sul vecchi con tutta la mia forza e, insapettatamente, gli sfondai il cranio al primo colpo; il sangue sprizzò alle sue spalle, e il cadavere rovinò a terra, in una pozza di sangue. Mi sentivo come una bestia che aveva appena finito di consumare il suo pasto, con le zanne ancora sporche di sangue.
Mi ricordai solo a quel punto di essere nuda, così mi rivestii; sentii una strana ed improvvisa sensazione, che mi ricordò qualcosa: pensai un po', poi ricordai che era la stessa sensazione che avevo provato accanto all'osso che era fuoriuscito dalla mia mano, una sensazione simile a quella che proverebbe una persona accanto ad un gigantesco diamante. Seguii la sensazione e trovai il cofanetto, poi andai nel seminterrato; in quel posto non c'era nemmeno il pavimento, solo terra battuta, così iniziai a scavare; non sentivo più la fatica e, dopo diverse ore, riuscii a creare una profondissima fossa, dove sotterrai il mio tesoro; ricoprii il buco e mi ripulii dalla terra.
Tornai al piano superiore e, passando davanti alla stanza dove mi ero risvegliata, sorrisi ancora; non riuscivo a frenare quella reazione di spontanea e pura felicità. Passando per l'ingresso, notai un grosso baule: era aperto, e si vedeva, all'interno di esso, il fodero di un fucile. Lo presi e, dopo essermi assicurata che l'arma fosse integra, uscii dalla casa, chiudendomi loa orta alle spalle.
 
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Brunhilde
view post Posted on 2/3/2013, 16:58




I fiocchi di neve cadevano leggeri quella sera. Avevo accettato un incarico come sicario e mi era stato affidato un aiutante, un armadio tutto muscoli. Stavo appollaiata sul campanile, il fucile in attesa della sua preda. Avevo un ghigno dipinto sulla faccia, ed ogni mia percezione sembrava aumentata; aspettavo la mia vittima, che il collega avrebbe attirato nel mio mirino. Solo un gesto e la vita di un essere umano sarebbe terminata, senza via di ritorno: tutto ciò mi eccitava moltissimo. La sofferenza altrui era la mia fonte di sostentamento, dopotutto gli umani non erano così inutili come pensavo.
Finalmente il bersaglio arrivò, correndo: quell'idiota gli stava facendo ballare il tip-tap a suon di proiettili, ma non lo avrebbe ucciso, quella gloria spettava a me; presi dunque la mira, precisa, esattamente al centro del cranio. "Io sono un singolo proiettile. Non ha cuore. Per cui non pensa. Vola solo fino al suo obiettivo." mi dicevo, mentre premevo il grilletto; il proiettile centrò il bersaglio proprio dove volevo, e quello cadde a terra, in una pozza di sangue; la mia sete, però, non era ancora placata; fu in quel momento che notai il mio collega, che stava ripulendo il cadavere con avarizia; il ghignò sul mio volto si allargò in modo quasi innaturale, poi presi la mira sul mio compare, e anche lui finì a terra, nel suo stesso sangue. Riposi il fucile nella sua fodera e me lo rimisi in spalla, poi andai a riscattare la mia ricompensa; non mi importava dei soldi, ma mi piaceva pensare che, in fondo, prendendoli io li avrei tolti a qualcuno che davvero li voleva.

Edited by Brunhilde - 3/3/2013, 22:08
 
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