| Violet scese dal treno, osservando il panorama di Dublith. Che città squallida. E pensare che si era trasferita là solo per stare con il suo ragazzo... "Quel bastardo, sarà una goduria torturarlo" Percorse a piedi il mezzo chilometro che la separava dal suo vecchio appartamento ed entrò. Arrivata all'ultimo piano, bussò tre volte. Venne ad aprire lui, con i pantaloni di un pigiama e a torso nudo. Sussultò: era l'ultima persona al mondo che si aspettava di vedere. - Ma che ca... amore! - disse lui, vedendo lo sguardo amorevole e seducente di Violet. Stava fingendo bene. - Ho sbagliato a lasciarti, J... io ti voglio, mi manchi - disse lei nel tono più caloroso possibile, per poi abbracciarlo facendo bene attenzione che i seni premessero con forza contro il suo petto. Lui era pietrificato, si riscosse dopo una decina di secondi. - Io... amore... non sai quanto io sia contento che tu mi abbia perdonato. Voglio passare la mia vita con te... - disse lui, balbettando. Violet lo spinse sul divano con forza e, dopo essersi chiusa la porta alle spalle, si tolse il cappotto e la maglia. Lui rimase a fissarle il seno, imbambolato come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli gigantesco. Lei sorrise e, finalmente, rispose alla frase di prima. - Oh, è un vero peccato. Io vivrò per sempre. Ma tu non mi accompagnerai, temo - lui la guardò, confuso. Per fargli finalmente capire cosa intendesse, prese il suo braccio destro con la mano e lo torse fino indietro, rompendolo. Lui urlò di dolore. Violet sentì un suono proveniente da un armadio, ma per il momento non gli diede importanza. Dopo averlo torturato ancora qualche minuto, alla fine gli torse il collo che, rompendosi di netto, pose fine alla sua vita. Mentre lo faceva, Violet sentì uno strillo venire dall'armadio di prima. Si avvicinò e sentì respirare. Sorrise e sfondò la stretta anta di legno con un braccio, incontrando all'interno la testa di una donna. La tirò fuori e, come immaginava, vide la bionda di Central che stava con il suo ragazzo. Mentre urlava le torse il collo come aveva fatto con lui e smise di dare fastidio. Violet andò in cucina ed aprì i rubinetti del gas, facendone fuoriuscire una grande quantità. Dopo qualche minuto, si lanciò fuori dalla finestra mentre buttava all'interno un fiammifero acceso. E coprì ogni sua traccia, svanendo nel giardino sottostante.
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