Pioggia di sangue

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~White™
view post Posted on 5/1/2013, 16:01




Violet estrasse il panno di tela che teneva in una tasca laterale dei neri pantaloni di pelle e pulì la lama dei due pugnali dal sangue. Davanti a lei, il corpo ormai senza vita di suo padre giaceva disteso a terra in una pozza rossa. C'era uno specchio nello studio. Andò a guardarsi: era tutta imbrattata di sangue. "Che seccatura." Rimise il panno al suo posto e rinfoderò i pugnali. Scavalcò il cadavere di suo padre, facendo attenzione a non lasciare impronte sul sangue. Aprì la finestra e si lanciò giù, atterrando con l'agilità di un gatto. Era ansiosa di sapere quale sarebbe stata la ricompensa, le avevano promesso forza e potere. A lei non interessavano i soldi, quelli già li aveva. Sentì un tocco gelido sulla pelle scivolare dal collo fino alla curva dei seni: iniziava a piovere. "Meglio, così il sangue non avrà tempo a diventare secco" pensò. Abbottonò la giacca, così da coprire la macchia di sangue che aveva sul petto, dopo di ché si avviò velocemente al centro operativo della "associazione" che le aveva assegnato quel contratto di assassinio. Probabilmente era soltanto un modo per vedere se era affidabile.

-



Violet fece come le avevano detto e si sdraiò sul freddo tavolo operatorio di metallo, dopo essersi spogliata. I tizi che già conosceva se ne erano andati, lasciandola sola con i dottori in quel laboratorio segreto. Da fuori era sembrato in disuso, ma in realtà era in piena attività. Le somministrarono l'anestesia e cominciò a sentirsi stordita. Non abbastanza, però, da non notare che uno di quegli studiosi in camice le stava fissando insistentemente il seno. "Appena mi alzo da qui, lo ucciderò. Non mi interessa se ha qualche importanza per quelli" Lui dovette percepirlo, perché distolse lo sguardo. Finiti alcuni test, arrivò un ennesimo uomo in camice con una brillante pietra cremisi in mano. Violet ebbe un sussulto. "La Pietra Filosofale! Esiste davvero! Potrò davvero avere il potere... devo solo resistere a questa operazione" Strinse i denti, preparandosi al male più atroce. Uno dei dottori prese un bisturi e le squarciò di netto la pelle fra i seni. Violet non sentì alcun dolore, ma era straziata dalla vista del proprio bellissimo corpo così rovinato. "Se quello che ho sentito della Pietra è vero... tornerò normale..." Presero la Pietra e, rapidamente, la premettero con forza dentro al suo petto. Ogni effetto della morfina era inutile: Violet scoppiò a urlare sentendo un dolore ancora più profondo della carne... era uno squarcio nella sua anima. La sentì prosciugarsi, corrompersi, per poi svanire. Rimpiazzata, però, da una sensazione formidabile di forza, potere e... una strana, potente voglia di sesso. Doveva essere l'effetto... "collaterale"? Era sicura di poterci convivere. Sorrise. Il dolore era sparito. Dopo qualche minuto, sentì il suo corpo rigenerarsi e, poco prima che l'apertura nel petto si richiudesse, ne uscì il suo cuore. Buffo. Era stato rimpiazzato da un oggetto inimmaginabilmente potente. Ora non era più umana. Ora... era meglio.
Provò ad allentare le cinghie che la tenevano ferma. Al contrario di prima, che sembravano morse di metallo, ora le spezzò in un attimo senza nemmeno rendersene conto. Ubriaca di potere, si avventò sul dottore più vicino e ne ruppe di netto il collo con un morso. - Questo... è... MAGNIFICO! - urlò, ridendo, per poi scagliarsi correndo verso un altro uomo in camice. Anche la velocità era maggiore rispetto a prima. Ma molto di più rispetto alla forza. Le bastò dare alle gambe la forza che prima necessitava un passo lungo per compiere una corsa ad una velocità a stento visibile. Uccise i restanti uomini senza bisogno di armi e in meno di 30 secondi: non ebbero il tempo di reagire.
Quando non ci fu più nessuno, trovò un bagno e si lavò via tutto il sangue che aveva addosso. Poi, ricordandosi che era ancora nuda, trovò i propri abiti e si rivestì. Sul tavolo dal quale si era alzata c'era ancora il suo cuore. Pulsava ancora, senza alcuna spiegazione fisica. Stava per distruggerlo, quando percepì un proprio istinto di protezione verso quell'organo. Ne dedusse che forse era meglio nasconderlo e difenderlo. Trovò un contenitore di metallo e ce lo mise dentro, per poi mettere il contenitore dentro un borsone nero da ginnastica. Non doveva essere leggerissimo, ma riusciva a sollevarlo senza neanche sentirlo. Si sentiva meglio. Si sentiva
rinata.
 
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~White™
view post Posted on 5/1/2013, 21:36




Violet lasciò il laboratorio. Fuori nevicava e il paesaggio di North City era bianco come per la maggior parte dell'anno. Decise di prendere un treno e raggiungere Dublith, per andare a trovare il suo ex ragazzo. L'aveva lasciato quando l'aveva scoperto a letto con una biondina di Central. Era nuovamente tempo di testare le proprie nuove abilità. Sorrise. Si diresse verso la stazione a passi lunghi e rapidi e ci arrivò in meno di due minuti. Salì sul primo treno in partenza, guardando i fiocchi di neve all'esterno. Si sedette comodamente su uno dei sedili in pelle. Per fortuna si era portata un borsone con degli abiti di ricambio a North City: le sarebbe scocciato andare in giro con gli abiti da assassina mentre non lavorava. Continuava a sentire in sé quel senso di ebbrezza e autostima, di invincibilità. Amava la propria nuova forma. Aveva sempre desiderato una cosa simile.
Il viaggio proseguiva in fretta. Era strano: da quanto aveva letto un Homunculus era un essere senza alcun sentimento, capace soltanto di obbedire al proprio padrone e di pensare al proprio Peccato Capitale. Eppure lei sentiva ancora l'odio per il suo ex, la gioia per il suo nuovo potere, l'orgoglio per il proprio sensuale corpo perfetto. In effetti, però, ciò che la dominava era quella strana voglia di sesso che aveva sentito nella sala operatoria. Evidentemente doveva esserle proprio capitata la Lussuria. Si leccò le labbra con la punta della lingua.
"E questo dovrebbe essere un effetto collaterale?" Sorrise, poi si accorse che ormai era arrivata a Dublith. Non era stato un viaggio molto lungo.
 
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~White™
view post Posted on 5/1/2013, 21:55




Violet scese dal treno, osservando il panorama di Dublith. Che città squallida. E pensare che si era trasferita là solo per stare con il suo ragazzo... "Quel bastardo, sarà una goduria torturarlo" Percorse a piedi il mezzo chilometro che la separava dal suo vecchio appartamento ed entrò. Arrivata all'ultimo piano, bussò tre volte. Venne ad aprire lui, con i pantaloni di un pigiama e a torso nudo. Sussultò: era l'ultima persona al mondo che si aspettava di vedere. - Ma che ca... amore! - disse lui, vedendo lo sguardo amorevole e seducente di Violet. Stava fingendo bene. - Ho sbagliato a lasciarti, J... io ti voglio, mi manchi - disse lei nel tono più caloroso possibile, per poi abbracciarlo facendo bene attenzione che i seni premessero con forza contro il suo petto. Lui era pietrificato, si riscosse dopo una decina di secondi. - Io... amore... non sai quanto io sia contento che tu mi abbia perdonato. Voglio passare la mia vita con te... - disse lui, balbettando. Violet lo spinse sul divano con forza e, dopo essersi chiusa la porta alle spalle, si tolse il cappotto e la maglia. Lui rimase a fissarle il seno, imbambolato come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli gigantesco. Lei sorrise e, finalmente, rispose alla frase di prima. - Oh, è un vero peccato. Io vivrò per sempre. Ma tu non mi accompagnerai, temo - lui la guardò, confuso. Per fargli finalmente capire cosa intendesse, prese il suo braccio destro con la mano e lo torse fino indietro, rompendolo. Lui urlò di dolore. Violet sentì un suono proveniente da un armadio, ma per il momento non gli diede importanza. Dopo averlo torturato ancora qualche minuto, alla fine gli torse il collo che, rompendosi di netto, pose fine alla sua vita. Mentre lo faceva, Violet sentì uno strillo venire dall'armadio di prima. Si avvicinò e sentì respirare. Sorrise e sfondò la stretta anta di legno con un braccio, incontrando all'interno la testa di una donna. La tirò fuori e, come immaginava, vide la bionda di Central che stava con il suo ragazzo. Mentre urlava le torse il collo come aveva fatto con lui e smise di dare fastidio. Violet andò in cucina ed aprì i rubinetti del gas, facendone fuoriuscire una grande quantità. Dopo qualche minuto, si lanciò fuori dalla finestra mentre buttava all'interno un fiammifero acceso. E coprì ogni sua traccia, svanendo nel giardino sottostante.
 
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2 replies since 5/1/2013, 16:01   33 views
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