Camminò per qualche minuto prima di giungere al quartier Generale.
Da lontano il suo aspetto era imponente, sembrava un proseguimento più sagomato delle montagne circostanti.
Avvicinandosi l'effetto dell'enorme roccaforte era quasi opprimente.
Ogni pietra e pianta in quel luogo trasudava sangue e fatica degli uomini che l'avevano costruita.
Proseguendo il suo cammino notò delle sentinelle sulle muro, sicuramente l'avevano avvistata da un pezzo.
Ellen non poté fare a meno di sentirsi infastidita da quella posizione sfavorita.
Solo ricordando le parole del suo maestro " La calma sconcerta la collera."* ritrovò lo stato d'animo migliore.
Sulla strada le parve di notare una sagoma umana, in lontananza, e farsi notare iniziò a sbracciare urlando
" ehilà mi scusi!" sperando di essere notata.
Con un cero nervosismo lanciò un'altra occhiata alla base, per sentenziare mentalmente che era veramente inquietante.
* Maxence Van der Meersch, Perché non sanno quello che fanno, 1933 Cit
Avvicinandosi maggiormente capì di essersi sbagliata di molto con le distanze; dovette camminare ancora qualche minuto prima di poter scorgere meglio quella persona.
Si trovava davanti al portone di ingresso dell'accademia.
Il portone era degno dell'edificio, imponente, forse lo scopo era mettere in soggezione chiunque volesse addentrarsi nell'edificio, uno scopo sicuramente raggiunto.
Cercando di mantenere un'aria disinvolta, si spostò una ciocca di capelli bianchi dietro l'orecchio, e prima di entrare si fermò a chiedere informazioni
" Sono qui per iniziare la carriera nell'esercito, in che ala mi devo recare per sistemare la necessaria documentazione?"Cercando di non farsi notare lanciò un'occhiata all'interno dell'edificio, che sembrava le sembrava sempre di più la tana dell'orco.