Era ormai giorno inoltrato,a Nort City. Nella stazione della città il treno adibito all’esercito si fermò lentamente nella sua corsia,emettendo uno stridente rumore metallico. Alcuni passanti e viaggiatori si fermarono anche se incalzati dalla fretta,mentre altri gli diedero un’occhiata di sfuggita,incuriositi di vedere chi fosse stavolta il pezzo grosso dell’esercito arrivare in quella città. Anche se erano abituati al via vai dell’esercito,erano curiosi di sapere chi avesse mandato l’esercito:alcuni si immaginavano forse un colonnello,magari un generale.. ma non era nulla di tutto questo. Dal treno invece uscì un uomo sul metro e ottanta,avvolto da un soprabito bianco,quasi cristallino,dal quale si intravedeva uno smoking del medesimo colore;la sciarpa era ben avvolta sul collo,mentre un cappello candido gli copriva con al falda gli occhi. Non aveva ne la divisa dell’esercito,ne una decorazione da qualche parte. Qualche passante sospirò un po’ deluso,ritornando alle sue faccende,mentre alcuni ragazzini radunati in un angolo iniziavano già a fare battutine su quello sconosciuto vestito in quel modo così candido. E quelle risatine e battute non rimasero inascoltate dall’uomo,che voltò la testa verso quei ragazzini;rimase immobile per qualche secondo,poi,si avviò verso di loro,lentamente,come se avesse tutto il tempo del mondo. Il più grande di quei ragazzi, lo indicò ai suoi compagni, ridacchiando divertiti,pronti già a farsi quattro risate sulla pelle di quello sconosciuto. Il capo del branco si mise davanti allo sconosciuto,con un ghigno sarcastico sul volto:l’uomo invece era tranquillo,come se non avesse minimamente nulla da preoccuparsi. Si levo il suo cappello,mostrano un volto rilassato e ovale,sul quale vi era dipinto un sorriso di cortesia,mentre i suoi occhi verdi scrutavano amichevolmente il ragazzino davanti a lui:
Buongiorno ragazzo..mi potresti dire dove si trova al strada per l'accademia di North City?
Il ragazzo davanti a lui non potè fare a meno di ridacchaire,voltandosi verso i suoi compagni che lo guardavano,facendo un cenno con la testa di assenso,inivitandolo a rispondergli:
Ehi mister,chi ti credi di essere a venire a chiedermi informazioni in questo modo?Vistoc he sei uno dell'esercito,perche non ti cerchi una cartina,bianchino?
I compagni dle ragazzo ridaccharono,guardando con ammirazione il loro capo farsi valere su quel tizio dell'esercito.Adesso volevano prorpio vedere la sua reazione:sicuramente si sarebbe arrabbiato per quel comportamento o gli avrebbe fatto una solita paternale di come erano stati scortesi,eccetera,eccetera.Ma invece,l'uomo non aveva minimamente cambiato il suo comportamento,sempre con quel sorriso cordiale sul volto:fece spallucce,per poi rimettersi il cappello bianco sopra la testa,con innaturale calma:
Daccordo,capisco...ti ringrazio comunque per la tua disponibilità e per avere perso il tuo tempo prezioso con me..
L'uomo gli offrì la mano destra,prendendo un pò di sprovvista il ragazzo.Lui si voltò verso i suoi amici,che si guardarono un pò stupiti tra loro,per poi fargli cenno di inventarsi qualcosa.Il ragazzo osservò incerto la mano,epr poi tentare un sorriso sarcatsico,stringendogliela:solo allora si accorse di una strana luce negli occhi verdi di quell'uomo,una luce che lo fece letteralmente rabrividere.Ma fù troppo tardi.Fulmieno,l'uomo battè la sinsitra sull'orologio che aveva al polso,creando alcune scintille:e al posto dell'orologio,si era formata una piccola bomba a orologeria,con un timer di 30 secondi:
...Ti ringrazio davvero,di tutto cuore.
Si voltò,senza più degnare di un parola il ragazzino,che adesso aveva iniziato a urlare di paura,mentre cercava di levarsi la bomba dal polso,mentre i compagni e qualche passante erano accorsi subito da lui,cercando di aiutarlo.I secondi correvano inesorabili,mentre l'uomo ,senza minimamente, scomporsi si dirigeva verso l'uscita della stazione,e il ragazzo continuava a urlare,pregandolo di levargliela di dosso.Infine,il timer arrivò al fatidico 0...creando un'esplosione come quella di un normale petardo.Il ragazzo,ormai a terra,con le lacrime agli occhi,era ancora paralizzato dalla paura,mentre i compagni avevano già incominciato a scappare.L'uomo non riuscì a trattenere un lungo sorriso di divertimento mentre usicva dalla stazione:quanto gli era mancata la libertà,a Kimbly.
Erano passate una ventina di minuti da quell'episodio,e L'alchimista Scarlatto camminava lentamente per la strada,immerso nei suoi pensieri,le mani in tasca, il codino leggermente mosso da un freddo vento invernale,ormai un'abitudine del nord.Era davvero buffo a pensarci che qualche giorno prima era ancora incarcerato nel carcere di massima sicurezza di Central City,e adesso camminava tranquillamente per le strade di North City,pure riabilitato.I suoi carcereri di un tempo erano divenuti i suoi liberatori..davvero buffo.Naturalmente,sapeva che lo avevano libearto per un motivo preciso,per questo era arrivato a North:trovare Marcoh e Scar,eliminando quest'ultimo una volta per tutte.Già,quell'uomo di Ishibar:non poteva permettere che una persona di Ishibar potesse essere ancora in vita,ne intaccava il suo orgoglio.Un sorrisetto gli si formò nel ripensare a Ishibar:quanti bei ricordi.Si ricordava ancora le facce di tutte le persone che aveva ucciso e che avevano incrociato il suo sguardo,e quella sensazione lo appagava già di suo.E sopratutto,si ricrdava di quel bellissimo suono ogni qualvolta che batteva le mani:BOOM, e poi tutto finiva,mentre Kimlbey osservava entusiasta il suo lavoro,appagato.
Si riscosse dai suoi pensieri,scorgendo la bianca figura marmorea dell'accademia,per poi affrettare di più il passo,arrivando al portone,per poi bussare due volte.Non era il momento di andare per sentimentalismi.Aveva un lavoro da concludere.
Edited by -Crimnson Alchemist- - 31/1/2009, 21:14