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Dopo quel fatidico giorno, Andros aveva viaggiato in lungo e in largo, cercando un qualcosa che gli permettesse di cancellare quei momenti terribili, ma purtroppo non vi riuscì.
Proseguendo nel suo viaggio, aveva approfondito i metodi di utilizzo dell’alchimia, ed era notevolmente migliorato nell’utilizzo dell’enorme katana, grazie anche al legame indissolubile con l’arma.
La solitudine di quel periodo, gli permise di riflettere sugli eventi che avevano cambiato la sua vita.
Molte volte dava la colpa di tutto a se stesso, altre volte ai suoi genitori, altre volte ancora a suo fratello, fino ad arrivare ad una conclusione “i ribelli sono la causa di tutto ciò”.
Per molto tempo dentro di se provava rabbia e odio nei confronti dei ribelli, ma una notte, sognò quel giorno in cui l’esercito fece l’imboscata, e notò un evento a cui allora non aveva dato importanza; quella luce viola, e la rivelazione da parte del fratello che avevano fatto parte all’imboscata 15 soldati e
un alchimista, che i suoi genitori avevano conosciuto nei ribelli.
Quel sogno gli fece aprire gli occhi, non erano i ribelli la causa di tutto, ma il sistema corrotto e pieno di infiltrati presente nell’esercito.
Deciso più che mai a scovare tutti gli infiltrati e i traditori, si incamminò verso North City per diventare un alchimista di stato, e quindi entrare a far parte di quel sistema, spinto anche dalla volontà di ampliare le sue conoscenze dell’alchimia.
Mentre il treno viaggiava veloce verso North City, Andros era intento in una leggera lettura seduto in una cabina, con affianco la sua katana. Nonostante dovesse leggere, continuava ad indossare i suoi occhiali da sole, data la presenza di molte persone, che nonostante ciò continuavano ad osservarlo, incuriositi da questo strano uomo.
Per il resto del viaggio il treno fu invaso dai bisbigli delle persone, che parlavano di Andros, mentre lui continuava a leggere, indifferente a tutto il resto.
Appena si incominciò a vedere la stazione di North City il treno rallentò. Andros chiuse il libro e si alzò. Il treno era caduto nel silenzio, mentre quello strano uomo si incamminava verso l’uscita.
Appena uscì dal treno Andros prese un bel respiro, “era da molto tempo che non respiravo l’aria di una grande città. Sinceramente non mi è mancata”
Andros si incamminò verso l’atrio centrale.
Dopo esser uscito dalla stazione, Andros si indirizzo verso l'Accademia, prendendo dalla strada principale. Durante il tragitto si fermò in qualche libreria e in qualche altre negozio. Dopo aver acquistato qualche libro di suo interesse, e aver riempito la sua fiasca di sakè in un locale, arrivo finalmente all'Accademia.
Entrando nell'edificio pensò:
"Ecco che si apre un nuovo capitolo della mia vita"
Edited by andros91 xXx - 7/10/2008, 21:28