Remissione dei peccati

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view post Posted on 15/9/2008, 10:33

Desideriamo perché imperfetti

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Ruy Kokky era un ragazzo come gli altri, tuttavia qualcosa in lui si differiva dagli altri . Dopo l'adozione viveva con due contadini Mocus e Mitzumi (coniugi). Quella notte non me la scorderò mai. Era una serata afosa di luna piena tirava un soffio di vento piacevole. Le stelle quanto erano visibili sembrava di poterle toccare. Ruy Kokky era sdraiato sul prato in cima ad una collina, quel giorno era il suo compleanno. Guardava le stelle alla ricerca di sua madre alla quale era molto affezionata. (quando Ruy chiese a Mocus e a Mitzumi dove sarebbe andato lo spirito della madre i due gli dissero che era diventata una stella, la più luminosa) Tuttavia non soffriva per la sua morte forse perche ormai il suo cuore aveva eretto una barriera impenetrabile per evitare di patire altre sofferenze. Mitzumi si avvicino a Ruy Kokky
-"Ciao Ruy questo è per te buon compleanno!"
guardai attentamente Mitzumi poi dissi:
-"Compleanno?"
-"l'hai dimenticato oggi è il tuo compleanno","tieni spero che ti piaccia"
accennando un sorriso me lo porse. Io lo presi, lo scartai e con mia grande sorpresa scoprii che era un libro sull'alchimia.
Il mio volto cambiò.............. da un sorriso si trasformo in una faccia truce. presi il libro e lo gettai giù per la discesa.
Mi alzai in piedi e mi incamminai verso la baracca. Quando all'improvviso sentii un enorme fitta al cuore, tanto forte da farmi cadere in ginocchio ebbi difficoltà a rimettermi in piedi. Con l'aiuto dei due riuscii a sdraiarmi sul mio letto (fatto di fieno e sterpaia). Il giorno dopo fui visitato da un medico il quale mi disse che mi restavano ad occhio e croce altre 3 settimane da vivere. Trascorsi queste 3 settimane nel letto perche non riuscivo più a muovermi. La malattia mi attacco la faccia trasformandomi in un abominio. Dopo le tre settimane come aveva annunciato il dottore morii ormai ero irriconoscibile. I due coniugi disperati perche ormai affezionati a me. Impiegarono giorno e notte allo studio dell'alchimia. Un' anno dopo I due con l'aiuto di un loro amico alchimista riuscirono a riportarmi in vita però il prezzo da pagare era ben superiore a quello che si aspettavano morirono tutti e 3. Mi alzai in piedi incredulo, "ero morto come mai sono ancora in vita?" "adesso mi spiego tutto sono in vita perche qualcuno mi ha concesso l'opportunità di punire mio padre per la sofferenza, il patimento della fame, le ingiustizie, i torti che ci aveva subito", qualcosa in me era cambiato ma non riuscivo a capire cosa fosse. In torno a me c'èra un intera distesa di membra umana il prato era diventato rosso. Tuttavia questa visione non mi scosse anzi vedendo tutto quel sangue sentii un brivido di piacere scendermi giù per la schiena. Mi diressi verso la cascina dove avevo vissuto gli ultimi giorni della mia vita. La baracca era costituita interamente da fieno travi in legno e fango, non era molto grande, ma sufficentemente spaziosa per due persone. All'entrata un enorme specchio mi impediva il cammino. Casualmente i miei occhi si fissarono sullo specchio, con mio grande stupore scoprii che non possedevo più un volto caddi all'indietro sbattendo la testa e svenni. Al mio risveglio cercai di prendere l'idea di non possedere più una faccia in modo razionale fino a quando mi ricordai che quella malattia mi aveva colpito proprio la faccia. Mi alzai in piedi, guardai lo specchio. Era molto strano si vedevano gli occhi che fluttuavano li dove doveva esserci una faccia. Entrai mi guardai in torno in cerca di qualcosa da mettermi, quando notai un antica armatura samurai. Aprii la vetrina dove era contenuta, presi la maschera
SPOILER (click to view)
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e la Bancotzu (clymore). Rovistai in un armadio trovando un giubbotto in pelle e un paio di bleu jeans. Uscii dalla baracca incamminandomi verso Central City con un pensiero fisso. Trovare ed eliminare mio padre.

Edited by necro-ombra - 15/9/2008, 11:54
 
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view post Posted on 16/9/2008, 11:06

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Era una notte torrida di luna piena erano circa le 12.00 p.m. quando mi incamminai verso l'autostrada. Una volta giunto in strada scorsi un cartello sul quale c'èra scritto "Nord City 100 Km". Nella mia mente balenarono milioni e milioni di ipotesi su come poter raggiungere un posto cosi lontano, la mia prima idea fu quella di andare a piedi ma poi riflettendoci allungo abbandonai quella assurda idea e scogitai un altro modo per raggiungere il mio fine. Fino a quando intravidi in lontananza un auto gialla venirmi in contro a gran velocità. Quando fu a pochi metri da me notai che si trattava di un taxi, si fermò, calò il finestrino e mi disse:
-"Ragazzo dove stai andando con questo tempaccio, la notte non è fatta per passeggiare, dai sali dove devi andare?
Io chinai il capo e dissi:
-"A Central City perche?"
-"Ma ci sono circa 3 ore di cammino non sarai per caso impazzito?","dai monta ti ci porto io in mezzora"
Accettai il passaggio e salii nella vettura. Una volta salito il tassista mi tempestò con un milione di domante alle quali mi limitai a fare cenno con il capo. Una volta arrivati, erano circa 12.45 p.m., scorsi un enorme palazzo gotico quella doveva essere l'accademia militare. L'accademia militare sorgeva all'interno di un parco, in fondo a una strada stretta e tortuosa. Era un palazzo gotico di mattoni rossi, con vetrate a coloratissime di mille colori, sovraccarico di archi e torroni che sovrastavano le chiome dei platani come guglie di una cattedrale. Salutai il tassista, e mi addentai nella città in cerca di un alloggio per passare la notte. Vagai in lungo e in largo quella cittadina, fino a quando non intravidi un cartello con scritto "affittasi locale 3 vani, per una durata massima di due settimane, ad un prezzo microscopico". Mi diressi all'indirizzo che era riportato nel volantino. Una volta arrivato chiesi conferma alla portinai, la quale mi fece un mucchio di domande per quanto riguardava il mio abbigliamento.
-"Ragazzo ma perche porti quella strana maschera, mica siamo a carnevale".
-"Ha ragione signora, ma ecco.... a me servirebbe una stanza per un paio di giorni"
-"Un paio di giorni quanti, per la precisione?"
-"Non saprei....., una settimana, se a lei va bene"
La vecchia mi rivolse un ghigno di sfida, poi continuo il suo monologo
-"Bene una stanza 3 vani per una settimana, colazione inclusa?"
-"No niente colazione"
-"Allora ricapitolando una stanze 3 vani per una settimana fanno 1050cent"
-"Quanto ?", "Io non possiedo tanto denaro"
-"Allora vattene straccione o chiamo la polizia, morto di fame"
A quella frase il mio gesto fu istantaneo, non riuscivo più a controllare il mio corpo, estrassi la spada e con un colpo secco gli recisi la testa. Il corpo cadde a terra facendo un rumore sordo. Mi sporsi dal bancone afferrai una chiave e incamminandomi dissi:
-"Grazie mille signora per la sua gentilezza"
Entrai nella stanza. Era una stanza molto buia .Un corridoio angusto, da cui intravidi un a camera da letto senza finestre, portava a una sala da pranzo che fungeva anche da cucina, da biblioteca e da studio. Non c'era altro, a parte un bagno minuscolo, senza una doccia, da cui arrivavano effluvi di varia natura, dalla puzza della cucina del bar sotto casa fino al tanfo di fogne e tubature vecchie di un secolo. L'alloggio era immerso in una perenne penombra; le pareti erano scrostate e l'ambiente dell'odore di tabacco forte, di freddo e di solitudine. Mi diressi verso ciò che doveva definirsi di essere una camera da letto, mi coricai e in un men che non si dica mi addormentai ripromettendomi che domani mi sarei sbarazzato del corpo e che avrei ripreso la caccia a mio padre.
Qualcosa in me era cambiato. Ma nonostante tutto non sono riuscito ancora a capire cosa.

Edited by necro-ombra - 13/2/2009, 10:46
 
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view post Posted on 1/10/2008, 18:00

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Il mattino seguente mi alzai di buon ora verso le 7.30. Faceva un caldo torrido, e a stento riuscii a resistere. Scesi le scale che conducevano all'androne d'ingresso. Notai con grande stupore che al bancone si era raccolta un mucchio di gente tra poliziotti e civili. Per un attimo rimasi sorpreso di trovare così tanta gente. Poi un pensiero mi riaffioro nella mente. "Vuoi vedere che sono qui per la vecchia". In silenzio feci retromarcia cercando di non farmi scoprire. Quando un poliziotto scorse la mia presenza
-"Hei tu dove credi di andare, polizia dobbiamo farti un paio di domande".
Mi girai e portando una mano alla testa faci un sorrisetto d'imbarazzo e dissi:
-"Ooh ma guarda come si è fatto tardi mi sono appena ricordato che ho un appuntamento molto importante".
Dicendo questo mi diressi correndo nella mia stanza, i due poliziotti mi seguirono con la pistola in pugno. Una volta entrato sguainai la spada e mi aprii un varco nella parete dove mi calai per sfuggire dalle grinfie della legge. Per il momento non ero intenzionato a mietere vittime senza un motivo ben preciso. I due poliziotti non ci misero molto ad aprire la porta e quando entrarono io ormai ero distante da loro. Vagai per tutta la mattinata senza una meta ne scopo. Ormai si era fatto tardi erano circa le 21.30 senza rendermene conto ero uscito dalla città. La luna era alta in cielo si riuscivano a vedere a malapena le stelle coperte da una fitta rete di nuvole cariche di acqua. Il giorno dopo avrebbe piovuto a dirotto. Continuai ad osservare la luna finche il mare non la inghiottii. Alzai lo sguardo e mi incamminai in cerca di un posto dove potermi nascondere per un po’ il tempo che le acque in città si calmino.
 
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2 replies since 15/9/2008, 10:33   103 views
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