| Conscenze di base, tutto quello che aveva appreso e sperimentato in quei lunghi quattro anni non erano altro che mere conoscenze di base, inutili per riuscire in quello che lo aveva spinto a studiare ed apprendere l'alchimia, l'inferno era ancora li e il viverci dentro per tutto quel tempo non aveva comunque abituato Ryunosuke, anzi, aveva solamente aumentato il desiderio di evaderne, causa principale la presenza di quell'altro ego, certo a volte era comodo però molto più spesso era solamente fastidioso e non potersi allontanare da lui lo turbava profondamente, già molte volte avevano discusso sul perchè non se ne andasse e la risposta era sempre stata la stessa«Non sei abbastanza forte, hai bisogno di me per difenderti.»Ed effettivamente era vero, quindi tutto quello che necessitava era più potere, tanto quanto serviva per difendersi da solo, tanto quanto serviva per scacciare quel maledetto inferno dalla sua testa e magari chissà, provare a resuscitare Erica . . .no! Quella era stata una motivazione che lo aveva indotto ad iniziare a percorrere quella via ma, fin da subito, aveva letto ed appreso che era impossibile nonchè peccato ed illegale tentare di resuscitare una persona però, l'idea di rivedere anche per un momento il viso della ragazzina gli faceva sempre piacere, e sapeva che quel piacere non era giusto. Quindi il problema fondamentale era ottenere molto potere in poco tempo per tornare a vivere una vita normale, per quanto possa essere normale una vita di qualcuno con il suo passato, e quale metodo più veloce di ottenere potere se non quello di diventare un membro dell'esercito degli alchimisti di stato? Aveva sentito parlare di imprese che avevano dell'incredibile per un esercito compiute da uno solo di loro, sì, quella era la via corretta per ottenere più potere. La decisione era stata presa e non sarebbe di certo tornato indietro, non voleva farlo, uno zaino con pochi indumenti dentro ed il suo Kusarigama, ricordo di quei giorni di pseudo-felicità quando dopo gli allenamenti e gli esperimenti vedeva il volto di Erica, questo era il farello che aveva deciso di portarsi dietro da East a North city, il treno era in pefetto orario come Ryunosuke, semplicemente salì e prese un posto che dava sul corridoio, non gli piaceva guarare fuori dal finestrino quando si viaggiava, il paesaggio si muoveva veramente troppo in fretta e gli faceva venire il capogiro. La durata del viaggio sembrò veramente esigua, forse perchè si era addormentato, ma gli parve veramente strano che la città dove sarebbe prima stato sottoposto ad esame e poi investito ad alchimista di Stato, perchè era certo di riuscire a superare l'esame, fosse così vicina alla sua città natale, scese dal treno e si diresse verso l'accademia. Era prima pomeriggio e comprensibilmente le strade erano piene di persone e bambini giocanti ma Ryunosuke non ci faceva caso, era piuttosto impegnato in un dialogo interiore con Chimaru«Ma siamo così sicuri di riuscire a superare questo esame? Non ne ho mai fatto uno, non so come comportarmi . . .» «Tu lasciami fare, mi dispiace dirlo ma questa volta è necessario che collaboriamo.» «Co-Collaboriamo?» «Sì, tu semplicemente lascia guidare, se ci faranno delle domande teoriche, siccome sei più preparato di me in questo campo, suggeriscimi le risposte . . . e vedi di non fartela sotto come al tuo solito, siamo forti non avremo troppi problemi» «Non mi piace quel troppi . . . Ma poi sarà corretto che io ti suggerisca?» «Piagnucolone -.- Certo che è corretto, siamo la stessa persona in fondo no?» «. . .Hai ragione»Tra i leggeri sbuffi del vento che movimentavano l'aria e creavano piccoli vortici che spazzavano polvere e le poche foglie cadute per terra il ragazzo giunse alle porte dell'accademia, una parola sorse dalle labbra dell'aspirante alchimista, ma la voce era diversa dalla sua, come se entrambe le personalità stessero parlando assieme, con le parole un largo sorriso abbastanza folle gli attraversò il viso«P o t e r e» Ryu continuò a parlare «Chi, che dici che dobbiamo fare?» «Bussare no?» «Ma, sei sicuro? Non è che dobbiamo aspettare che qualcuno ci apra?» «Bussa idiota.» «Va bene . . .» Tre tocchi rapidi e ben poco decisi sulla porta e poi l'attesa.
|