Tutti pronti ad abbaiare!

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Andrea Rowle
view post Posted on 15/4/2013, 16:56 by: Andrea Rowle




-"parlato" (di vario colore)
pensato
narrato





Tac. Tac. Tac. Tac. Tac. Tac.
Il rumore ritmico che le suole in legno producevano era quasi ipnotico in quella circostanza. Tra l’altro lei detestava i rumori ritmici e ossessivi, eppure in quella situazione tutto sembrava capovolto. Infonda stava per compiere un passo del quale, con ogni probabilità, si sarebbe pentita per sempre. Aveva preso quella decisione quasi per caso: forse seguendo i suoi ideali infantili, forse per puro caso, eppure si trovava lì ad ascoltare e temere ogni su passo.
Il paesaggio ondeggiava insieme al vento, producendo un fruscio che ti si insinuava dentro, desolando la tua anima. Non era un giorno poi così freddo, considerando che si trovava a North City. Qualche fiocco che accompagnava le folate rimaneva intrappolato tra le ciglia di Alexandra e lungo i suoi capelli.
Mi devo essere proprio bevuta il cervello.
Pensava mentre ambigui pensieri prendevano piega nella sua mente, mescolandosi in unico guazzabuglio di emozioni. Ma nonostante tutto, l’unica voce che riusciva ad avvertire era una, inequivocabile e indissolubile: “perché?”
Magari l’avesse saputo. Stava solo camminando verso il nulla, e per farlo doveva inerpicarsi per un sottile filo di cristallo. Eppure, in quel momento le pareva la strada più sicura e solida, l’alternativa più realizzabile.
Non sarebbe potuta rimanere nel suo villaggio dove tutto era così tranquillo e dove avrebbe potuto approfondire i suoi studi riguardanti l’alchimia in tutta calma? Ma lo sapeva, no, quella vita non faceva parte della sua natura. Perché, essere comandata a bacchetta e dover eseguire degli ordini lo era?
Si…. Me lo devo essere ASSOLUTAMENTE bevuta.
Il suo desiderio di cambiamento era cominciato quando si era affacciata sul mondo infinito dell’alchimia e tutte le sue possibilità. Improvvisamente niente le era più bastato. Era sempre alla ricerca di qualcosa: conoscenze, nuove possibilità, nuovi luoghi.
Ma continuava a camminare verso una nuova trappola una nuova gabbia in cui rimanere chiusa. Non sapeva dire se fosse idiozia o pura follia. Ma continuava ad andare.
Tac. Tac. Tac. Tac. Tac. Tac. Tac. Tac.
Ed era di una TAC sempre più vicina alla sua meta.
Ogni sensazione sembrava amplificata: le guance arrossate a contatto con l’aria pungente del mattino, i vestiti di lana grezza, rugosa e vagamente fastidiosa, il calore sprigionato dal suo copro, in continua lotta con gli spifferi che si insinuavano sin sotto gli abiti caldi, il fastidioso prurito che causava quella ciocca di biondi capelli dondolante sulla sua fronte.
Tutto più intenso, così intenso da non essere reale.
Eccolo. Un cancello. Adesso doveva scegliere se attraversarlo. Infondo però lo sapeva già. ‘avrebbe fatto.
Un altro pensiero assillante sopraggiunse: e tutto questo che c’entra con l’alchimia? Non aveva bisogno di un pezzo di ferragli per sentirsi un’alchimista, e non lo faceva dicerto per i soldi.
E allora perché?
Perché sono un’idiota pronta ad abbaiare.
 
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