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| -"ha riposto... l'arma..."-
Fece un piccolo sospiro di sollievo, ma non per essere scampato al pericolo, tanto più per il fatto che la ragazza aveva iniziato a ridere in maniera sincera. Stette ad ascoltarla attentamente con un piccolo sorriso. Ecco, di nuovo adesso era di nuovo dolce però con una sottile vena di malinconia per le parole dette. Non rispose subito a quella domanda. Rimase per un po' fermo lì senza muovere un dito per poi avvicinarsi lentamente cercando di non sbagliare le parole da dire, era un momento delicato ed importante che sperava di non rovinare. Doveva riflettere bene prima di parlare quella volta.
-Beh... forse questo suo piacere è dettato dal fatto che quando si è abituati a fare una certa cosa e vi si hanno anche dei risultati positivi, magari si inizia a provare lentamente una certa soddisfazione personale, che sia nel giusto o nel torto inizia a perdere d'importanza ai nostri occhi, anche se lo consideriamo riprovevole.,, personalmente, però, per quanto io possa ho sempre cercato di guardare dal punto di vista di chi mi sta di fronte, anche se non lo comprenderò mai affondo reputo che, forse, potremmo avere entrambi ragione, basta, almeno un po', mettersi nell'altro cercando di capirlo. Sul non esserci il giusto o sbaglio questo è vero... non le si può dare torto...-
Fece una pausa. Si moss0 ulteriormente di qualche passetto avvicinandosi ad ella sistemandosi accanto la panchina senza sedersi di fianco, non lo riteneva il caso o forse era troppo imbarazzato per farlo vista la loro posizione. Anche se non si discuteva più da Soldato a Comandante, ma semplicemente una conversazione tra un uomo ed una donna.
-Uccidere lo reputo un atto al quanto riprovevole però... è una decisione al quanto strana, poiché può essere fatto su "commissione" può essere fatto su vendetta o disperazione. L'atto nel compiere quest'azione è sempre diversa di persona in persona tra chi la compie, ma non credo che non riuscirò mai a comprenderla come chi si comporta così per quanti sforzi io faccia... lo reputo meschino forse... perché alla fine è l'unico insegnamento che mi è stato lasciato?... Non lo so-
Fissò la ragazza con un piccolo sorriso alzando entrambe le maniche degli indumenti.
-Per riportare l'esempio della trasmutazione umana do per scontato che lei abbia capito quello che ho fatto appena ho detto "peccatore"... dunque tanto vale non nasconderlo- Risistemò le maniche fissando il cielo. -Personalmente ormai credo che la tramutazione sia dettata da qualcosa di più profondo rispetto all'uccidere. Viene tentata da un senso di disperazione ormai insopportabile dentro di noi e solo dopo, o almeno chi sopravvive, riesce a comprendere lo sbaglio e la gravità di quanto ha fatto... dopo è come se sentissimo la voce di chi abbiamo tentato di riportare tra noi che ci dice "perché... non sei riuscito a vivere senza me?" e ci tormenta... chissà se è più riprovevole uccidere oppure cercare di riportare la vita...-
Un piccolo venticello in quel momento cominciò a soffiare e Kerubiel fece un grande e profondo sospiro.
-Esistono solo i punti di vista, scelte e consegue... altro non c'è però... l'importante è non pentirsi di quello che si è fatto, in fondo ci hanno reso quello che siamo ora che ci piaccia o no...-
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